Ero stata a Mont-Saint-Michel circa venti anni fa e, con la bassa marea, avevo percorso in macchina la vecchia strada fino ai piedi delle mura dove avevo parcheggiato senza problemi per visitare a piedi il borgo.
Oggi le cose sono molto più complicate perché ci sono circa 3,5 milioni di persone che arrivano da tutto il mondo per visitare questo luogo. Sono stati creati enormi parcheggi distanti qualche km dal villaggio e servizi di navette che ne consentono la visita.
Sono in viaggio con Nina (la mia amica a 4 zampe) e il nostro mezzo di trasporto è il furgone. Vorrei riuscire a fotografare il villaggio da lontano, con la luce del tramonto e dell’alba.
Arrivo in zona nel tardo pomeriggio e, grazie all’applicazione "Park4night" (che segnala posti dove è possibile sostare per la notte con mezzi su ruote), trovo un posto dove fermarmi che credo renderà possibili le fotografie che ho in mente.
Riesco a fare qualche foto e ceno con Mont-Saint-Michel incorniciato nella finestra del furgone.
La mattina seguente decido di svegliarmi all’alba per provare ad avvicinarmi un po’ prima che i visitatori prendano d’assalto il posto, ma quando suona la sveglia e guardo fuori mi trovo immersa in una fitta nebbia.
Decido di muovermi per cambiare prospettiva e, mentre mi avvicino ai parcheggi, trovo uno slargo lungo la strada dove accosto sperando che la nebbia si alzi.
Mentre aspetto vedo che arriva un gregge di pecore accompagnate da un pastore “moderno” con due cani, tutti e tre a bordo di un quad. Dopo aver fatto attraversare la strada a tutte le pecore, il pastore fa scendere i cani che iniziano a condurre il gregge verso il monte, che con mia grande sorpresa inizia a vedersi attraverso la nebbia permettendomi di scattare questa fotografia.